mercoledì 22 febbraio 2017

Legge elettorale, slitta arrivo in aula, 25 proposte e manca testo condiviso

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La discussione sulla legge elettorale alla Camera, fissata per il 27 febbraio, slitterà di diversi giorni se non di settimane, dato che la commissione Affari Costituzionali non ha ancora concluso i lavori e manca un testo base condiviso. Lo riferiscono a Reuters fonti parlamentari e di governo. Al ritardo ha contribuito certo la diffusione delle motivazioni della Consulta, arrivate il 9 febbraio. Ma pesa soprattutto la divisione tra forze politiche, dice una fonte vicina all'esecutivo: "Non si muove nulla, non c'è nessuna novità". Domani pomeriggio la commissione si riunisce per l'esame delle varie proposte di sistema elettorale (25 circa quelle depositate, ma sono attesi ancora i testi di Sinistra Italiana e Forza Italia) alla luce delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale che ha in parte bocciato il cosiddetto Italicum. Nel frattempo, però, il presidente della Commissione, il montiano Andrea Mazziotti Di Celso, ha scritto alla presidente della Camera Laura Boldrini per segnalare che i lavori non finiranno in tempo per consentire l'arrivo in aula della discussione, fissato originariamente per il 27 febbraio, riferisce un funzionario parlamentare. Al momento non è stata fissata una data precisa per il rinvio. Ma la commissione Affari Costituzionali nei prossimi giorni dovrà occuparsi del cosiddetto "decreto sicurezza", in scadenza, e di altri provvedimenti. Il Pd ha riproposto il Mattarellum (cioè la legge in vigore tra il 1994 e il 2001, un sistema che avvantaggia soprattutto le coalizioni, basato sui collegi uninominali e su una quota proporzionale del 25%), ma nessuna altra forza sembra pronta a sostenerlo senza modifiche. Verdiniani e montiani, per esempio, vorrebbero portare la quota proporzionale al 50%, ha riferito una fonte vicina al dossier. Il M5s e la Lega Nord vorrebbero invece omogeneizzare il sistema elettorale di Camera e Senato conservando quel che resta dell'Italicum, con un premio di maggioranza per la lista che arriva almeno al 40%. Nel frattempo, Mazziotti Di Celso ha preparato alcune questioni da sottoporre agli esperti di sistemi elettorali, che saranno ascoltati dalla Commissione il 3 marzo, per cercare di arrivare a un testo base che salvaguardi la governabilità. Tra queste, l'ipotesi di ridurre la soglia per il premio di maggioranza o di aumentare la soglia di sbarramento, ma anche le condizioni per il ritorno di un possibile voto di ballottaggio, bocciato dalla Consulta. (Massimiliano Di Giorgio)



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