Commercio, grande distribuzione chiede pari condizioni con online
Il settore della distribuzione moderna organizzata (dmo) propone al mondo politico un manifesto per il rilancio del settore. Punto di partenza di Adm (associazione distribuzione moderna), che riunisce Federdistribuzione, Ancc-Coop, Ancd-Conad e circa novecento imprese di distribuzione che operano in Italia, è il cosiddetto "valore esteso" del comparto: 101 miliardi di valore aggiunto, pari al 6-7% del Pil, due milioni di posti di lavoro (il 91% con contratto a tempo indeterminato), 60 milioni di clienti ogni settimana, contributi versati per 30 miliardi, l'81% degli acquisti effettuati in Italia, il 91,5% dei fornitori di prodotti a marca del distributore (mdd, ex private label) nel settore alimentare è costituito da imprese italiane. Giorgio Santambrogio, presidente di Amd, chiede una competizione fair tra online e negozi fisici. "Chiediamo che le regole siano le stesse, per esempio sui saldi e in materia di fiscalità" ha spiegato nel corso di un incontro con la stampa. In tema di legalità e certezza del diritto il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, ha posto l'accento sulle regole commerciali discrimininatorie di alcuni comuni. Mentre Albino Russo, direttore generale di Coop, si è soffermato sull'impatto che la crisi ha avuto sulla crescita dell'economia sommersa. I rappresentanti della grande distribuzione chiedono poi miglioramenti in tema di costi energetici e Irap e la semplificazione del quadro normativo per migliorare la propria competitività.