mercoledì 22 novembre 2017

Commercio, grande distribuzione chiede pari condizioni con online

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Il settore della distribuzione moderna organizzata (dmo) propone al mondo politico un manifesto per il rilancio del settore. Punto di partenza di Adm (associazione distribuzione moderna), che riunisce Federdistribuzione, Ancc-Coop, Ancd-Conad e circa novecento imprese di distribuzione che operano in Italia, è il cosiddetto "valore esteso" del comparto: 101 miliardi di valore aggiunto, pari al 6-7% del Pil, due milioni di posti di lavoro (il 91% con contratto a tempo indeterminato), 60 milioni di clienti ogni settimana, contributi versati per 30 miliardi, l'81% degli acquisti effettuati in Italia, il 91,5% dei fornitori di prodotti a marca del distributore (mdd, ex private label) nel settore alimentare è costituito da imprese italiane. Giorgio Santambrogio, presidente di Amd, chiede una competizione fair tra online e negozi fisici. "Chiediamo che le regole siano le stesse, per esempio sui saldi e in materia di fiscalità" ha spiegato nel corso di un incontro con la stampa. In tema di legalità e certezza del diritto il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, ha posto l'accento sulle regole commerciali discrimininatorie di alcuni comuni. Mentre Albino Russo, direttore generale di Coop, si è soffermato sull'impatto che la crisi ha avuto sulla crescita dell'economia sommersa. I rappresentanti della grande distribuzione chiedono poi miglioramenti in tema di costi energetici e Irap e la semplificazione del quadro normativo per migliorare la propria competitività.



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