lunedì 27 novembre 2017

Airbnb, da antitrust segnalazione critica su cedolare affitti

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La cedolare sugli affitti turistici imposta dal governo ad aprile altera la concorrenza tra gli operatori penalizzando le società che praticano il pagamento digitale, come il gigante Airbnb. Lo dice l'antitrust in una segnalazione non vincolante inviata ai presidenti delle Camere, al ministero dell'Economia e all'Agenzia delle Entrate, come ha riferito una fonte dell'autorità, confermando quanto scritto oggi dal quotidiano ''La Repubblica''. Secondo l'Agcm, conferma la fonte, la cedolare secca del 21% sugli affitti brevi, la cosiddetta ''tassa Airbnb'' (che nel giugno scorso ha fruttato 333 milioni alle casse dello Stato in base ai dati del Tesoro) ha modalità di applicazione che possono ''alterare le dinamiche concorrenziali tra gli operatori'' perché contemplano l'obbligo per gli intermediari di raccogliere le tasse per conto dei proprietari delle case e di versarli al fisco. Per l'antitrust si tratta di ''obblighi non proporzionati'' che colpiscono maggiormente gli intermediari che fanno ''maggiore ricorso ai sistemi di pagamento digitali'', come Airbnb, costretti ad agire da sostituto d'imposta. Airbnb ha sempre contestato la norma (introdotta per contrastare l'evasione fiscale) e ha presentato ricorso al Tar, rifiutandosi per il momento di raccogliere la cedolare. (Massimiliano Di Giorgio)



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