Moda, R&S: aziende italiane crescono come Francia, molto più liquide
Il sistema moda italiano è cresciuto negli ultimi cinque anni allo stesso passo del più grande comparto francese, che ha superato in solidità patrimoniale ma non in redditività. Sono alcuni degli elementi emersi dal rapporto R&S di Mediobanca (MI:MDBI ) sui principali gruppi della moda presentato oggi, all'inaugurazione della settimana della moda milanese. Nel 2015 il giro d'affari mondiale della moda (beni di lusso per la persona) è cresciuto del 12% a 251 miliardi di euro. Quello italiano valeva 62,6 miliardi (+9,4% su anno, il 4% del Pil), di cui 30,3 miliardi generati dalle prime 15 aziende del settore (quasi il 30% dalla sola Luxottica (MI:LUX ), seguita da Prada, Armani, Calzedonia, OTB di Renzo Rosso). In Francia il fatturato aggregato delle prime 15 aziende era nel 2015 il doppio delle concorrenti italiane, pari a circa 70 miliardi (+10,2%), per metà provenienti dal gruppo LVMH (che per il solo settore moda e pelletteria aveva ricavi di 11,7 miliardi, poco più dell'altro colosso del lusso francese Kering (PA:PRTP )). Nonostante le diverse dimensioni, sia le prime 15 aziende italiane che quelle francesi sono salite in cinque anni di 0,6 punti percentuali rispetto al Pil: le prime dall'1,4% del 2011 al 2%, le seconde dal 2,7% al 3,3%. Anche in termini assoluti la crescita è molto simile: +30% il fatturato 2015/2011 dei primi 15 gruppi italiani, +27% i francesi (che sono andati un po' meglio nel 2015 sul 2014). Nel 2015 le Top 15 Italia sono risultate più capitalizzate e molto più liquide (21,7% contro 39,8% il rapporto tra debiti finanziari e patrimonio netto e addirittura 114,9% contro 36,6% il rapporto tra liquidità e debito). Un po' più basso invece il margine dell'Ebit sul fatturato, al 17,8% in Francia contro il 12% in Italia, entrambi in calo rispetto al 2011. Da segnalare che l'Ebit margin della grande manifattura italiana è molto più basso, pari al 4,2% nel 2015. Si conferma dunque la specificità delle aziende italiane già emersa negli anni passati, ossia un tesoretto di liquidità che nel 2015 si attestava a 5,5 miliardi (+26% sul 2011) contro i 7,6 miliardi (+23%) delle top 15 francesi. (Claudia Cristoferi)